Descrizione
“Sognavo di produrre un Erbaluce diverso dal solito. Un bianco da invecchiamento. Un vino che sapesse esaltare le caratteristiche del territorio e racchiudesse l’essenza dell’anfiteatro morenico e la forza del ghiacciaio che lo aveva generato. Un vino da assaporare nel tempo e che sapesse sprigionare quei sentori granitici ereditati dalle vette alpine che ne avevano generato il terreno. Un vino dal forte imprinting territoriale, nel quale fosse racchiusa la storia delle sue genti, delle sue tradizioni, di un vitigno antico e che celebrasse gli sforzi di una vita di un vecchio vignaiolo: Domenico Tappero Merlo per tutti KIN. KIN era mio nonno. Un uomo semplice dai grandi ideali, dalla vita scandita dai tempi di vigna e cantina, perché nulla era più importante del suo vino, del suo Erbaluce. Era un artista. La vigna era la sua tela, l’Erbaluce il suo pennello, il sole, la pioggia, il terreno i suoi colori. Ogni anno ci presentava una nuova opera: l’ultimo suo vino. Ho ereditato da lui la passione per la vigna, la cura dei particolari, le pazienti osservazioni, cercando di interpretare al meglio la sua filosofia che si esprimeva con gesti semplici, di antica saggezza ed un profondo rispetto per la natura.”
Domenico Tappero Merlo
KIN si abbina bene con antipasti importanti ed in particolare con primi e secondi elaborati e strutturati. Tra i primi piati eccellono i risotti e le paste con pesci e frutti di mare, crespelle ed agnolotti di magro. Un abbinamento insolito ed eccellente è con la battuta di fassona, ideale nell’accompagnare i fritti di mare ed il tradizionale fritto misto alla piemontese. Secondi piatti di pesce in umido, al forno ed eccelle negli abbinamenti con le carni bianche in padellae al forno (pollo, tacchino, anatra, faraona ecc.) si esalta col coniglio alla ligure e con gli stufati in brododi verdure. A temperature di 18/20 gradi può ben accompagnare pasticceria secca e dolci lievemente zuccherati
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